Alcune considerazioni sui nostri parenti più stretti, i primati.

Quest’estate i primati sono stati abbastanza protagonisti nelle cronache:

tutti abbiamo visto le commoventi immagini del gorilla dello zoo di Munster in Germania che stringeva tra le braccia il suo piccolo morto ormai da qualche giorno come a non voler rassegnarsi di averlo perso per sempre, smuovendo tante coscienze umane.

Ha fatto scalpore la pubblicazione dei risultati della ricerca condotta dalla ricercatrice Hope Ferdowsian secondo cui gli animali sottoposti ad esperimenti scientifici dolorosi riportano le stesse conseguenze degli esseri umani sottoposti a tortura. A questa conclusione si è arrivati osservando 116 scimpanzè scampati alla vivisezione i quali hanno dimostrato chiaramente comportamenti della sindrome da disturbo post traumatico. (La Ferdowsian è esperta nella cura delle persone torturate).

Una bella notizia è arrivata dalla Spagna dove il parlamento ha approvato un provvedimento che vincola il governo a formulare entro un anno una legge che riconosca i diritti fondamentali delle grandi scimmie. Si tratta di una scelta veramente epocale che ha sollevato non poche reazioni perché sarebbe la prima volta che si estenderebbe diritti fin’ora appartenuti all’uomo a specie non umane. A questa scelta si è arrivati grazie al “Progetto Grandi Scimmie”, speriamo serva come esempio da copiare per tutte le altre nazioni.

Tutte queste notizie fanno ben pensare che la strada verso il rispetto di tutti gli esseri viventi si stia lentamente spianando anche se il lavoro sarà ancora moltissimo, infondo per comprendere quanto sia uguale la sofferenza di un essere vivente che vive una situazione spiacevole basta guardarlo negli occhi e notare lo stesso sguardo sia che  si guardi un animale non umano sia che si guardi un animale umano.