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SONO VEGETARIANO, MA NON E' VERO CHE NON MANGIO CARNE di M. Scordino

Sono vegetariano, ma non è vero che non mangio carne

di Maurizio Scordino

 

Capita a molti di noi che, in compagnia di buoni e sinceri amici (o parenti) non vegetariani, al ristorante o in privato se in presenza di altre persone ancora ignare della nostra scelta etica, i nostri anfitrioni si rivolgano all’interlocutore di turno – il cameriere, o appunto il nuovo commensale – edulcorando più o meno consapevolmente la motivazione che da lì a poco ci farà scegliere una particolare portata tra le tante invitanti o, se costretti, a chiedere un’alternativa o una variante rispetto a quelle già presenti in lista.

 

Tanto “protettivi” i nostri premurosi ospiti, rispetto a quello che evidentemente viene ancora considerato una sorta di handicap e che in qualche modo (sempre secondo loro) ci affligge, da sentirsi quasi in obbligo di “giustificare” il menù appositamente preparato per l’occasione. «Lui (o lei, o loro) non mangia la carne», si affrettano a precisare; «E neanche il pesce?» – questa la replica più frequente – «no, neanche il pesce» è la chiusura (anzi, di solito, l’apertura a quello che per l’ennesima delle ennesime volte costituirà l’argomento del convivio) che finalmente riusciamo a fare in prima persona.

 

Ma il punto non è questo. Anzi, a ben guardare, si tratta di un assunto – almeno nel mio caso – falso o fortemente falsato. Dire che io non mangio carne, infatti, significa semplicemente indicare l’effetto di una scelta (che quasi sempre finisce con l’essere confusa per nutrizionale o salutista), omettendone la causa, ossia l’unica cosa che alla fine per me conta davvero: che la mia vita, mai e per nessun motivo (diverso dall’eventuale ricorso alla legittima difesa), può o deve passare attraverso la sofferenza, lo sfruttamento e tanto più la morte di un altro essere vivente e senziente.

 

Che m’importa, infatti, di non mangiare carne o pesce in quanto tali? Praticamente nulla, al contrario, appartenendo alla categoria di quelli che non aspirano all’eternità, né a farsi trovare in perfetta salute dalla morte, chissà: forse la mangerei pure, se si potesse mangiare senza intossicarsi, la carne di un animale (fosse anche umano, che differenza fa? E’ solo un fatto culturale, cui – “antropocentricamente”, guarda caso - si è attribuito un valore morale…) vissuto libero e morto per cause rigorosamente naturali. Sono stato carnivoro per anni e, della salute, poco mi curavo allora e poco mi curo adesso, così come a debita distanza dal mio colesterolo tengo ancora oggi i salutisti. Sbagliato? Senz’altro si, ma così è.

 

M’importa invece - e quanto - che il mio sostentamento o, più spesso, soltanto il soddisfare la mia “gola” non siano causa della soppressione di altri animali non umani, a quel solo scopo fatti nascere e, per così dire, vivere e morire. Quindi, per essere esatti, non è vero che non mangio carne: è vero che non voglio mangiare la carne di un animale, sia esso di terra, di mare o dell’aria, che è stato ammazzato al fine esclusivo di nutrirmi.

 

Pertanto, prego gli amici e i parenti non vegetariani dei vegetariani di accettare questa mia pur modesta proposta: quando volete spiegare, voi, a qualcun altro, della scelta in questo senso di uno di noi (soprattutto se presente alla discussione), dite: «lui (o lei, o loro) non vuole che gli animali – tutti gli animali – vengano maltrattati e in ogni caso uccisi. Quindi, non mangia carne né pesce». Grazie.

 

 

Sarete più precisi - senz’altro più corretti – e, forse, per una volta, a tavola con un vegetariano (che finalmente si godrà il suo pasto in pace, senza dover tenere la consueta conferenza, mangiando freddo e in fretta quando tutti hanno finito, giacché – si sa – le domande, in genere, sono più brevi e quindi più veloci delle risposte…) riuscirete anche a parlare di qualcosa un po’ più interessante.

 

E’ vero, si potrà obiettare, che in questo modo noi vegetariani non facciamo azione di proselitismo, ma è vero anche – e chi non mangia carne lo sa – che con noi presenti difficilmente si parlerà d’altro: tutti, come al solito e almeno in Italia, scopriranno che spesso mangiano benissimo “mediterraneo” e vegetariano senza accorgersene e che «si, è vero, senza animali sarebbe giusto, si può, però, cioè, vabbè, ma…».

 

Ma questa, che è un’altra storia, per i vegetariani – si sa anche questo - è la solita storia.

 

 

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